Museo dell'uomo in Cansiglio
Il Museo regionale dell'Uomo in Cansiglio "Anna Vieceli" e Centro etnografico e di cultura cimbra (MUC), di proprietà di Veneto Agricoltura, raccoglie documenti e testimonianze della presenza dell’uomo in Cansiglio e del suo rapporto con l’Altopiano, a cominciare dalla Preistoria.
La storia dell’arrivo e della vita della comunità cimbra, giunta in Cansiglio alla fine del XVIII secolo da Roana (Altopiano di Asiago, VI), è narrata attraverso le immagini storiche dei villaggi, i volti dei “Cimbri scatoleri”, gli attrezzi usati un tempo e ancora oggi per la lavorazione del legname ed alcuni utensili prodotti dagli stessi Cimbri come i famosi “scatoi”, contenitori circolari per la conservazione del formaggio e dei cibi.
In queste sale si può scoprire anche la lingua cimbra, un dialetto tedesco parlato attualmente da alcuni Cimbri, grazie alle didascalie bilingue e vedere alcuni filmati che fanno rivivere la storia di questa popolazione germanofona e scoprire i segreti della magnifica Foresta del Cansiglio popolata da molti animali, primo tra tutti il cervo.
Un soppalco nel sottotetto ospita inoltre una biblioteca dedicata alla popolazione cimbra voluta e organizzata dall’Associazione culturale Cimbri del Cansiglio.
Giardino Botanico
Il Giardino è stato dedicato alla memoria del prof. Lorenzoni nel 1994 ed è stato ufficialmente inaugurato nel 1995, in occasione del 450° anniversario dell’Orto Botanico padovano, con cui esiste un rapporto di costante collaborazione.
Tale manifestazione ha dato ufficialità ad una struttura che rappresenta una realtà molto importante per la zona, non solo per la sua bellezza e funzionalità ma perché permette di osservare e conoscere un elevato numero di specie vegetali e di habitat lontani tra loro anche parecchi chilometri.
Nel Giardino si è scelto di accogliere solamente la flora e la vegetazione del massiccio montuoso Cansiglio – Col Nudo – Cavallo, dalla pedemontana alle cime più alte, con l’eccezione di qualche area vicina di elevato interesse botanico.
La moderna suddivisione in aiuole-habitat permette ai visitatori di conoscere ed apprezzare ambienti anche non facilmente raggiungibili.
Dal tempo della sua istituzione, l’area è stata ampliata ed anche arricchita con pannelli didattici descrittivi degli ambienti più rappresentativi e con un centro visitatori.
Grotte del Caglieron
Si tratta di un complesso di cavità rocciose, alcune di origine naturale e altre artificiali.
Le grotte naturali sono state scavate dal torrente Caglieron da 16 a 10 milioni di anni fa, mentre quelle create dall’uomo derivano dall’estrazione dell’arenaria, tipica “piera dolza” (pietra tenera).
L’attività estrattiva risale intorno al 1500 per procurare materiale per la costruzione di stipiti, architravi, ecc… il tutto impreziosito da cascate che si gettano in grandi pozze color smeraldo e una vegetazione nata dalla nebulizzazione delle acque.
Sarai circondato da felci, muschi e edere rampicanti che cadono dalle alte pareti rocciose.
Casa dei libri
Costruita dallo sculture del legno veneziano, Livio de Marchi, è una casetta fatta tutta di legno, nel senso stretto della parola.
La staccionata è fatta di matite,il cancello è un grande paio di occhiali,la struttura della casetta è realizzato in legno intagliato come libri uno sopra l’altro.
Il tetto è un libro aperto ed il comignolo una penna.
L’interno non è diverso: la stufa e il caminetto scolpiti nel legno,il tavolo e le sedie a forma di libri,le stoviglie e le posate, lo scrittoio, la poltrona, gli abiti appesi e la biancheria stesa ad asciugare in bagno… naturalmente tutto in legno.
Come trovarla? Arrivati a Sant’Anna d’Alpago, parcheggiate nei pressi dell’albergo Al Sasso e poi proseguite per Via Cansiglio per poi prendere, poco dopo, via Monte Colombera.
Continuate ora per via Monte Cavallo e alla fine della strada sarete alla Casa dei Libri. Sono 5 minuti in totale.
Lago di Santa Croce
Sulle origini del lago, soprattutto sulla successione temporale degli avvenimenti, e sul ruolo preciso del fiume Piave nella formazione dell'intera vallata non vi è ancora assoluta chiarezza.
Vi è chi, soprattutto tra gli studiosi meno recenti, ritiene che il dirigersi del Piave prima verso il lago di Santa Croce per poi svoltare bruscamente all'altezza di Ponte nelle Alpi verso la Val Belluna, indichi che anticamente questo fiume scendesse verso il mare passando per la Val Lapisina e poi per la Valle del Meschio, passaggio mascherato successivamente dai fenomeni glaciali e di frana.
Ricerche più recenti condotte nella conca di Ponte nelle Alpi e nella Val Lapisina hanno chiarito che le acque del Piave, provenienti dal Cadore, defluirono con continuità verso il Vallone Bellunese e quindi nel Canale di Quero solo dopo il ritiro dei ghiacciai pleistocenici, e precisamente dopo lo sbarramento della Valle di Santa Croce determinato dalla frana di Fadalto.
Bus de la Lum
La tradizione popolare vuole il Bus de la Lum abitato dalle Anguane o Anduane, streghe feroci e malvagie, senza denti, con lunghi chiodi arrugginiti al posto dei capelli e zanne affilate.
Queste terribili creature uscivano spesso dalla grotta per raccogliere legna, bacche e funghi, o per lavare i panni presso il lago di Santa Croce e, durante queste escursioni, rapivano e poi mangiavano i bambini trovati da soli nella foresta.
Quando si riunivano, le Anguane accendevano un fuoco che produceva all'imboccatura del pozzo delle fiammelle, tant'è che i pastori locali presero a nominarlo Bus de la Lum ("Buco della Luce").
La leggenda ha un fondo di verità. Infatti, nelle calde notti d'estate, si potevano effettivamente formare dei fuochi fatui dovuti alla consuetudine di gettare nel Bus de la Lum le carcasse del bestiame morto per malattia e dei soldati fascisti.
Monte Pizzoc
Con la sua altitudine di 1.525 m è il monte più elevato del Comune di Fregona.
È un ottimo punto panoramico da cui osservare i Monti dell'Alpago, le Dolomiti Venete, i Laghi di Revine, i laghi della Val Lapisina (lago di Negrisiola, lago del Restello, lago Morto, lago di Santa Croce) e la dorsale del Col Visentin-Monte Cesen.
Nelle giornate limpide la vista spazia dal Golfo di Trieste ai Colli Euganei passando per la Laguna di Venezia.
È una sommità comoda da raggiungere anche in automobile.
Per chi viene da Vittorio Veneto risalendo la Statale 422, circa 500 mt dopo la località "La Crosetta" si dirama una strada sulla sinistra che porta a pochi metri dalla cima, in prossimità del Rifugio Città di Vittorio Veneto.
La sommità si caratterizza dalla presenza di pascoli e alcune casère ed è servita da una bella rete di mulattiere e sentieri che raggiungo la Piana del Cansiglioattraverso pendii dolci e un incantevole bosco di faggi.
Sul versante opposto, la sua cima brulla si tuffa a strapiombo verso la Marca Trevigiana.
ALbero Solitario e Monte dei Foresti
Il Monte dei Foresti è una modesta altura alle pendici del Pizzoc.
La sua caratteristica è che proprio sul punto sommitale sorgono due faggi che dominano il circondario e che, dopo tutte le devastazioni degli ultimi tempi (Vaia), continuano imperterriti la loro funzione di punto di riferimento visibile da decine di chilometri dalla pianura Veneta.
Raggiungere il Faggio Solitario nei pressi del Monte dei Foresti dall'Agribed Quierta è facilissimo.
Si dovrà percorrere un sentiero antichissimo che permetteva ai pastori nei primi insediamenti di restare collegati con i vicini delle altre malghe.
Tagliando completamente nel bosco si incontreranno le prime malghe di Barce, superandole si incrocia il sentiero CAI 982 che, mantenendo la sinistra e rientrando nel bosco porterà al secondo nucleo di casere.
Proseguendo per la strada bianca per circa 1,5 km si arriverà ad un incrocio che indica a sinistra un altro gruppo di vecchie malghe, Zuel, ed a destra località Pian dell'erba che farà raggiungere il secolare faggio, avvistabile già poco più avanti, sempre seguendo la strada bianca del sentiero 982 CAI.
Villaggio Cimbro Vallorch
Vallorch è uno dei villaggi cimbri dell'altopiano del Cansiglio. È compreso nel comune di Fregona (provincia di Treviso).
Il villaggio fu fondato attorno alla metà dell'Ottocento da Vigilio e Celeste Azzalini di Val Bona, esponenti della comunità cimbra locale.
Il luogo era ideale per la tipica attività degli scatoleri (fabbricanti di scatoi, scatole in legno) in quanto abbondava di faggi di buona qualità.
Divenne presto uno dei principali abitati del Cansiglio, contando una quindicina di costruzioni e circa sessanta abitanti.
Fu distrutto da un incendio appiccato dai tedeschi in fuga al termine della prima guerra mondiale e una seconda volta a seguito di un rastrellamento di nazi-fascisti durante la resistenza partigiana (settembre 1944), sorte che toccò anche agli altri villaggi di Le Rotte, Pian Osteria e Campon.
Fu poi ricostruito al termine del conflitto.
Le baite, interamente di legno, hanno mantenuto le caratteristiche tipiche del nord Europa e sono soggette alla tutela dei Beni Ambientali.
Anello del Cansiglio
L'Anello del Cansiglio è l'escursione più famosa e frequentata di questo angolo di Prealpi.
L'escursione è lunga 18 km (oppure 14 km, dipende dal punto di partenza), ma si può abbreviare prendendo altri sentieri.
Il dislivello, in qualsiasi caso, è minimo perchè segue sempre la parte pianeggiante, al margine del bosco, di questo altopiano.
Strada del Taffarel
Una semplice passeggiata di poche ore per scoprire il Pian Del Cansiglio e il rigoglioso bosco di faggio.
Si parte nei pressi di “Capanna Genziana”, in fondo al rettilineo che confina con il Comune di Fregona.
La stradina, già sentiero “Alpago Natura” è contrassegnata con la sigla F1, porta direttamente anche al Villaggio Cimbro di Vallorch.
E una stradina bella larga e praticamente pianeggiante, ricoperta dal fogliame caduto dai faggi e bella da percorrere dai numerosi “bikers”.